Si presenta al Battiferro con un mazzo di fiori e con un abbonamento allo stadio, curva San Luca, per tutto il campionato del Bologna FC. Sopra c'è stampigliato "Omaggio".
I fiori fanno il loro effetto e Federica, confusa, sbalordita, non sa che dire e diventa rossa. Balbetta: «Ho... Be', non ti dico quanti anni ho, ma non ho mai... non ho mai ricevuto dei fiori e adesso io... io non so cosa dire e cosa...»
Ho la sensazione che se continua a tentare di parlare piangerà. Lascia perdere e cerca dove mettere i fiori.
269 «Non c'è niente da scusare. Sono talmente confusa. I fiori, l'abbonamento, Perché? »«Per farmi perdonare di non essermi più fatto vedere. Guarda che sappiamo tutto, abbiamo letto tutto. Non c'è niente da perdonare. Adesso sei qui e mi fa placere.»
Non immagini quanto. «Che ore sono?"
«Le sette e mezzo. Dovrò regalarti un orologio. «Non farlo, non lo metterei. Preparati perché alle otto e mezzo dobbiamo essere al Pappagallo. Tu, Pedro e il sottoscritto.»
Al Pappagallo? Tu sei matto!»
«Non sono matto. Non ti va il Pappagallo? Ho già prenotato, ma scegli tu.»>
Disdici perché ho un'idea migliore. Preparerò io. Sel d'accordo?"
Sono anni che Sarti Antonio non cena in casa, una casa come si deve e una cena come si deve. «D'accordo. Come la prenderà Pietro?»
«La prenderà bene. Gli piace mangiare assieme a qualcuno che non sia la solita mamma. Sarà felice.» «Come stai a vino?» Federica scuote il capo. «Vado a procurarmelo. Cosa bevi?»
Di solito acqua del rubinetto, ma mi piace il prosecco. Leggero e gradevole.»
«Vado e torno.»
Non si allontana. Sotto l'argine sinistro del canale c'è un ristorante diventato di moda da quando i bolognesi hanno scoperto che il Battiferro è un borgo malandato. Una volta era un'osteria frequentata dai birrocciai che avevano stalla e abitazione nella zona e l'aria sapeva di letame e cavalli. Ci facevano sosta prima di tornare a casa e si giocavano un bicchiere o due. Adesso lo spazio attorno è un parcheggio e l'aria puzza di nafta e automobi li e il ristorante si è vestito a festa.
«Che vini avete?» chiede a un signore che sta dietro la cassa e che quindi dovrebbe essere il proprietario.
«Dipende da cosa desidera mangiare.»
Sono le undici passate e sul Battiferro splende una luna che allunga le ombre sulla terra battuta. Pedro è andato a letto e Federica accompagna il mio questurino alla macchina. Dice: «Mi dispiace che te ne vai».
«Che facciamo? Resto da te? E Pedro?» «Fra poco si addormenterà e si sveglierà domattina.> Poi cambia idea: «Vieni con me». Lo prende per mano e sale il sentiero che taglia in diagonale l'argine. Sul cana- le si ferma e dice: «Ogni tanto, di notte, vengo qui e resto a guardare l'acqua»>.
«Perché?»
«Non lo so, mi piace, mi dà un senso di pace. Vieni.»
> Guida sempre lei. Dopo un tratto di argine, ridiscendono e arrivano negli orti. Federica apre un cancellino squinternato che mette in uno degli orti, sorride a Sarti Antonio e s'infila in una baracca. Sussurra: «Vieni>>. È buio, il chiarore della luna s'infila fra le fessure diu n tetto che sta su per miracolo. Fuori, solo il fruscio dell'acqua.
Federica trova una stuoia di canne e la distende per terra. Vi si sdraia sopra e sussurra ancora:
«Vieni». Le brillano gli occhi. E fanno l'amore. Federica cerca di trattenersi e per un po' ci riesce. Poi non ce la fa, chiude gli occhi e si lascia andare. Fanno l'amore senza ritegno. Meglio che in casa, dove Pedro si sarebbe svegliato di certo. Lo fanno chiusi in una baracca e sdraiati su una stuoia, come due ragazzini.
mondo a scale 👯 salirò salirò in questo