lunedì 10 aprile 2023

il nemico

  1. Codice (inedito) OCR online
  2. Ruggero Guarini FISIMARIO UN CATALOGO DI PREGIUDIZI FRA LA CRONACA E L'ETERNITÀ ed. Leonardo
  3. Nuova enciclopedia Alberto Savinio Pubblicato da Adelphi

voglia soltanto alludere ai generi e far in modo di poter accogliere nel libro anche la prosa de Il giovane Max, ma indichi al contempo il conflitto interno tra poetico e antipoetico, quella che definirei come “auto-antitesi”. Le due cose insieme; già nel lontano 1966, con rigore Gianni Scalia annotava che in Giuliani «l’azione negatrice si ripositivizza; la scoperta del materiale reificato è anche liberazione dalla reificazione nel nuovo rapporto stabilito tra negazione e “vitalità linguistica”».
A guardar bene, c’è l’incentivazione dell’invenzione; c’è la gustosa clownerie e la rigogliosa patafisica (come il convegno ha confermato); c’è la scatenata deformazione del linguaggio fino ai neologismi da grammelot; c’è la ricerca sul ritmo, che comincia facendo zoppicare l’endecasillabo e arriva al verso lungo litaniante del Tautofono (a mio giudizio l’apice della poesia dell’autore). Che poi questa capacità funambolica possa risultare polemica agli occhi di chi guarda ciò che invece non c’è (il lirismo, l’emotività, l’evocazione e quant’altro fa la poesia standardizzata) lo lascio ai fautori del melenso rituale dell’“aura fritta”. Sicuramente qualche volta alla polemica Giuliani si è lasciato andare, lo attesta, nella sua lunga attività di critico, almeno quella meravigliosa stroncatura della Storia della Morante che cominciava: «Ho vissuto lunghe ore di abbrutimento: ho riletto per dovere d’ufficio, con scrupolosa angoscia»…
Le tre giornate di convegno, più ancora che a dare all’autore il giusto “riconoscimento”, hanno aperto tutta una serie di strade alle ricerche a venire. Per intanto, sono stati annunciati: la ristampa dell’opera, oramai fuori commercio, per sovvenire agli auspicabili lettori; una raccolta di scritti critici, già pronta sotto il titolo La biblioteca di Trimalcione; oltre che, naturalmente, gli atti del convegno pescarese ricchi di spunti su più fronti. Di sicuro potremo riparlare presto di Alfredo Giuliani insieme alla neoavanguardia, in quanto si sta avvicinando l’anno con il tre, che al gruppo del 63 è periodicamente dedicato. Giuliani era leggermente più anziano di quella generazione, aveva già al suo attivo un breve percorso formativo e forse proprio perché “decano” (per modo di dire, a 37 anni!) venne eletto a novissimo introduttore. E questo essere arrivato un poco prima, questo lieve anticipo che gli ha fatto precedere la corrente, lo rende molto interessante, di questi tempi: in fondo, seguire la sua progressione attraverso la tradizione fa toccare con mano come si può fare ad uscire dal “poetese”. Per i giovani di oggi un ottimo esempio di “tirocinio liberatorio”.

09/05/2022