venerdì 21 aprile 2023

Laura Grimaldi

 


🖇️  Laura Grimaldi nasce a Firenze e dopo le scuole superiori (nel 1957) si trasferisce a Milano, dove si stabilisce, per frequentare la Facoltà di Lingue dell’Università Bocconi.  In questo periodo inizia a tradurre romanzi e saggi dall’inglese e dall’americano. Diviene consulente della casa editrice Arnoldo Mondadori per la letteratura anglosassone. Nel 1962 le viene affidata da Mondadori la direzione di varie collezioni di narrativa, fra le quali Segretissimo, I Neri, I Rapidi, Cerchiorosso e alla fine il Giallo Mondadori e Uriania, che introducono e rendono famosi in Italia i maggiori autori europei e americani di genere.Negli Anni ’70 e ’80 èritico letterario di vari giornali e riviste (Millelibri, Linea d’Ombra, Il Messaggero). Nel frattempo pubblica romanzi, scrive saggi sulla letteratura popolare, cura numerose antologie, traduce più200 libri fra romanzi e saggi (fra gli autori tradotti, Ernest Hemingway, E.L. Doctorow, Scott Turow, Donald Westlake, Jerome Charyn) e scrive testi per la televisione e sceneggiature per il cinema.Nel 1989 lascia Mondadori e fonda con Marco Tropea la casa editrice Interno Giallo, che dopo quattro anni viene acquistata dalla Mondadori stessa. Dal 1997 è consulente del gruppo editoriale Il Saggiatore e continua a scrivere e a tradurre.I suoi romanzi sono pubblicati in Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Cecoslovacchia, Grecia, Russia, Polonia. I suoi racconti sono apparsi in varie antologie nazionali e internazionali. Accanto a questa intensa attività editoriale, che fra l’altro annovera numerose, regolari partecipazioni alle trasmissioni culturali della radio nazionale, presenzia di frequente ai convegni internazionali, ai quali viene invitata a rappresentare l’Italia, insieme ai più prestigiosi scrittori di tutto il mondo

🧷Laura 

📎 saltare su un taxi e mandare al diavolo il podismo. Nevicava a tutto andare e soffiava un vento maledetto, che mi riempiva la bocca di fiocchi candidi, m'imbottiva il naso e gli occhi di pulviscolo biancastro e umidiccio, e mi costringeva a camminare quasi piegato in due, aggrappandomi al muro, ai passanti, ai lampioni e ai portieri, gallonati e no. Quando finalmente arrivai a casa di Lily Rowan, attraversai l'atrio di marmo, m'infilai nell'ascensore, suonai il campanello e non appena lei ebbe aperto la porta, dissi: - Portami nel più vicino letto.
Inarcò un sopracciglio (un gesto che aveva imparato da me) e rispose: Per chi mi prendi? - Poi mi fece entrare, mi squadrò dalla testa ai piedi ed esclamò: Non dirmi che sei venuto a piedi!
Invece te lo dico. Appesi cappotto e cappello nel guardaroba, e aggiunsi: Sembrava di essere sull'Everest.
- Invece te lo dico, mi avviai verso il soggiorno, arredato con un tappeto Kashan di almeno cinquanta metri quadrati, diverse tele di Renoir, Cézanne,  la grande vetrata et proteggeva dal vorticare della neve, facendo