sabato 31 dicembre 2011

L'autore come consumatore 93

massa, destinata a presto soppiantare le tradizioni delle diverse culture, popolari e folcloriche. Ed anche l’arte entra nei processi dell’economia politica. Per un verso cambia il fondamento sociale dell’autonomia; cambia cioè la fenomenologia della soggettività. Si costituisce un altro soggetto. Per un altro verso le nuove tecnologie della comunicazione prendono ad interessare gli artisti più insoddisfatti deì vecchi linguaggi. Si apre così una fase dì sperimentazione con ogni tipo di materiale. Per dirla in termini di una vulgata marxiana, lo sviluppo dei mezzi produttivi diventa a un certo punto incompatibile con le vecchie forme di produzione e ricezione. I nuovi media puntando a una ricezione di massa, determinano un nuovo tipo di produzione, un nuovo tipo di messaggio. E questa la verità dei detto di McLuhan che il medium è il messaggio. Sono cose che del resto erano state dette da Benjamin negli anni Trenta. Il fenomeno tuttavia resta ancora incompreso se non si tiene conto delle enormi energie rivoluzionarie, anche indeterminate e di segno ambiguo o non facilmente riconoscibile, che il secolo ha espresso, soprattutto nella sua prima metà. 




L’avanguardia nasce mentre sembra a portata di mano uno spostamento della posizione dell’ arte. Per l’arte sembra venuto il momento di fondarsi sulla tecnica: di abbattere lo steccato dell’estetica, e di farsi — o tornare a farsi — comunicazione sociale e di massa. In questa dìrezione lavora la BauhausL’oggetto d’avanguardia doveva essere innanzitutto funzionale. La sua funzione artistica — per usare il linguaggio formalista — non doveva avere una funzione organizzativa delle altre funzioni, ma restare implicita. Essa insomma non doveva essere isolata, tematizzata e considerata autonomamente: doveva essere integrata nella comunicazione globale. Che è poi la condizione dell’arte, dovunque questa non si sia consolidata in istituzione.
Senonché l’istituzione — come l’ha chiamata Peter Bùrger — si è ripresi territori conquistati dall’avanguardia. Il gesto di Duchamp che era solo un’ indicazione di significato, un’allegoria di significato, anche da parte dì un interprete apertissimo corme Argan, è stato trasformato in un gesto artistico, in un gesto estetico. Nei musei gli oggetti dell’avanguardia sono divenuti ciò che assolutamente non intendevano essere, anche laddove in nessun modo si prestano a una fruizione estetica. Li troviamo raccolti sotto la categoria “arte’. E a segnare un discrimine ha avuto una parte il gusto popNello stesso rempo si è venuta insponendo un’estetica della ricezione. La quale non ha voluto solo sottolineare che ogni senso è il risultato di un rapporto, e quindi muta con il mutare delle culture e delle tradizioni. Che la temporalità sia costitutiva del senso, e non positivisticamente o idealisticamente un ostacolo da rimuovere per accedere ad esso, è invero un punto fondamentale delle teorie ermeneutiche. Ma l’estetica della ricezione, privilegiando l’utente rispetto al produttore, inverte il rapporto produzione-consumo, e pone il godimento al centro dell’esperienza estetica. Per cui la problematicità storica delle opere viene ad annullarsì e trasvalutarsi in un puro effetto edonistico. E lo si chiami pure le plaisir du texte. Ebbene si potrebbe
93