sabato 31 dicembre 2011

L'autore come consumatore 90

paradigma scientifico, o del sistema feudale con il sistema capitalistico? E cioè all’apertura della modernità? Sembra proprio di no. Il paradigma scientifico resta il paradigma centrale della nostra cultura. E il mercato si è solo più compiutamente realizzato. Ma lasciando un ordine di argomentazioni così generale, e così impegnativo, vediamo quali trasformazioni si sono avute in fatti recenti di arte. E prendiamo come esempio la Pop Art. Se ne possono probabilmente dare due letture. Secondo una prima lettura con la Pop Art — siamo negli anni Sessanta— il mondo veniva identificato con le merci, e smascherato. Secondo un’altra lettura, la merce veniva glorificata, e diveniva l’unico oggetto estenco. Nel primo caso avremmo una brutale antifrasi: l’ostentazione delle merci suonerebbe come un grandioso sarcasmo sulla possibilità di un dominio estetico dove
domina il mercato. E saremmo nella linea delle avanguardie storiche, in particolare dei dadaisti. Nel secondo caso avremmo invece una apologia, magari cinica e dissacrante, della merce, E i confini del dominio estetico sarebbero i confini del mondo. Non ci sarebbe più l’estetico e l’antiestetico, ma il primo occuperebbe tutto il campo. E venerre meno la tradizionale separazione di arte e non arte (di bello e di brutto). Ora sarebbe questa un’interpretazione postmoderna. E potrebbe darsi che ncll’ arte pop ci sia un’ ambiguità tra parodia e apologia della mercc, tra avanguardia e postmoderno. Ma che cosa diciamo avanguardia?
Portando un poco indietro il discorso, fermiamoci un momento sulla distinzione tra moderno — moderno avanzato — e avanguardia. La linea del moderno è interessata al trattamento dei materiali linguistici. L’avanguardia è interessata alta comunicazione. Se la comunicazione è l’a priori dell’ opera — si scrive sempre per un destinatario—lo scrittore moderno — o chiamamolo modemista sospende o lascia vuoto il posto della destinazione. Programma l’indecifrabilità del libro. Offre ìl lìbro, lo espone nello spazio comunìcatìvo, ma dal lato
della sua inaccessibilità, Porge e sottrae il libro alla lettura. E uno scrittore ironico- Si tratta di una linea che chiamiamo con Adorno ascetica. E Adorno — si ricorderà — che voleva una vita sensuale, e un’arte ascetica. L’orientamento dell’avanguardia è invece verso il destinatario, I dadaisti trasgredivano la soglia produzione-consumo. Puntavano sull’effetto di choc. Offrivano oggetti qualunque, ready-made, a un pubblico che si aspettava oggetti-feticcio, oggetti estetici, e sbeffeggiavano la religione dell’arte. Nello spazio estetico, deputanto al culto dello spirito, della libertà, del disinteresse creativo, compivano gesti profanatori. E programmavano la loro azione sul pubblico. Di cui la sorpresa doveva essere un elemento essenziale, Queste due diverse strategie hanno un punto fondamentale di convergenza che consiste nel rifiuto della utilizzazione sociale dell’arte, del luogo che la società assegna all’arte. Per questo sono entrambe sperimentali e misologiche. Ma solo l’avanguardia convoca e provoca il pubblico. L’arte modemista getta uno sguardo altro, critico, sconcertante sul mondo dei contemporanei. Rivendica uno spazio di non conformità, o di autonomia. Quell’autonomia a cui le estetiche davano un fondamento speculativo, mediando la
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