martedì 6 dicembre 2011

Cosa ci insegna il digitale?

La lezione digitale più convincente è ben oltre il mezzo che determina il messaggio, in quanto destruttura tutti i messaggi e costituisce forse il mitico grado zero della scrittura dal quale ricominciare a muoversi in ogni direzone possibile.
Il digitale in sè è la realizzazione stessa di un ambiente in assenza di attrito, un pavimento inondato dalla liscivia su cui non si cammina ma si vola senza peso. Ci pensa poi qualcuno a metterci i piedi per terra e a mondare la superficie d'appoggio.


Il crossmedia attuale era già, a ben vedere, nei personal computers degli anni settanta perchè la catena semiotica garantita dai percorsi della radio, nella radio, il senso trasmesso dai nuovi media, dalle televisioni, si frantumano nel completo dominio dello schermo che accoglie la "natura" digitale dei mezzi di produzione. Le strade sembravano divergere visto che era la televisione ad avere in nuce la distruzione del senso, di tutte le grammatiche a cui sostitisce tuttora processi posticci pseudotecnologici ed il computer, ancora isolato nei network aziendali o accademici, ruminava logiche, di "servizio" per così dire, delle informaton tecnologies.


La comunicazione correva altre vie, quelle del video-gioco degli artisti elettronici e dall'altra la macchina persuasiva dei "venditori di fumo" della tv.


La trama del silicio sembra poter ordire il tessuto stesso del processo creativo, essendo utensile razionale scientifico ancor vibrante delle emozioni che il corpo e la mente si scambiano elettricamente di continuo, totalmente, ineluttabilmente. Non è dato corpo se non senziente.


Ma facciamo ora un passo indietro..
venerdì 17 marzo 2006 ore 10.30, nel reference di mondoailati


Ho riascoltato in viaggio la registrazione delle due ore di parlato de La Lezione Digitale. Mi sembra che non abbia funzionato, il brain storming, se non come stimolo ad una lettura dei testi e all'esame delle tesi.
Quindi non mi pare utile riproporne l'audio, o il video, a chi non c'era, perchè a questa riproposizione raggelata (dalla telecamerina e dal registratore audio) manca anche quel che di positivo si è realizzato nel pathos dell'incontro nel reference. Alcuni passaggi della narrazione li recupereremo come flashback, o altrimenti come sovrascritture, vedrete.
Lo riutilizzerò nei prossimi giorni per estrarne una scaletta per gli incontri del 22-24 prossimi.


Penso che il brain storming possa essere praticato in avvenire, ma solo 'dopo' l'escussione dei testi, se così si può dire, e contestualmente da tutti i partecipanti all'incontro, al processo dei dati.


In scaletta, ecco i punti da rilevare:
Se mi muovo nei "non-luoghi" di cui si dice spesso (*) e la radio mi segue nel mio walkman-registratore io vi passo attraverso e li metto in background. Sarà diverso quando la ricezione avverrà nel "locale" in rete; passando nell'area d'emissione di un  wifi io mi aggancerò al volo e mi farò guidare per un pò dal fil rouge del luogo; e così avanti, con un attacca/e/stacca incessante, di flusso - non solo voce e radio, ma dati e posta, talk, tele-visione.