lunedì 5 dicembre 2011

non udire certe sconcezze

Però non so concipire una storiografia, né una teleologia, cioè una speculazione de’ passati eventi e né una perscrutante divinazione de’ futuri, se non a patto che una dispietata analisi la precorra a ogni storia, a ogni teleologia politica. Il male deve essere noto e notificato. E nuncupàtolo con trombe dal monte, allora e soltanto allora il meccanismo secreto d’ogni consecuzione ci verrà fatto saperlo, e quasi vederlo ad opera di sotto alla fragile crosta della dialessi di superficie, e al caramello de’ bollettini degli uffizî. Dove ci sta di cioccolato: Buona Pasqua! Che sì, buona Pasqua! Il male noto e sparato fuora di tromba. Gli ostacoli di ordine gnoseologico o pratico i quali vietano raggiungerlo devono andar superati, o rimossi. Ove tra i detti ostacoli figuri il disiderio, legitimo, di «non udire certe sconcezze» che è propio d’alcuni galantomini bene educati e de’ loro mughetti di figlioli, o d’alcuni papi dalla prosa piscatoria, e de’ loro scivolosi mugini e scòrfani di diaconi, be’ né a gli uni né a gli altri vu’ gli farete né manco annasare il mi’ libro; ch’io non vo’ piati. Ma piuttosto ragionare d’amore e levar bicchieri con gli amici, all’alba nello sperato simposio.


published by The Edinburgh Journal of Gadda Studies (EJGS)