domenica 19 giugno 2011

[Morse] Cap. 75 Charles Dickens, Casa desolata

— Non dimentichi che l’interrogatorio voglio farlo io.
Lewis si voltò e vide un’infermiera alle sue spalle.
— Per favore — sillabarono le labbra di quest’ultima mentre lei abbassava lo sguardo sugli occhi di Morse, che a tratti si chiudevano,
— Vado subito, infèrmiera, — Poi Lewis si chinò sull’ispettore e sussurrò: — C’è qualcos’altro che posso fare, signore?
Gli occhi di Morse erano ancora chiusi. — Si. Secondo cassetto a destra. C’è il numero di Sorella McQueen a Carlisle. Le telefoni ... ma non oggi. Domani... Le dica che sono...
Lewis si preparò ad andarsene. — Lasci fare a me, signore. E si tenga su di morale, promesso?
Morse annuì lentamente, — Tenterò. Tenterò con tutte le mie forze, amico mio,
Lewis uscì dalla stanza trattenendo a stento le lacrime.
75
Il carretto è a pezzi, e la strada accidentata è quasi alla fine.
 Charles Dickens, Casa desolata




Quello stesso giorno si sarebbe rivelato il più lungo e quasi il più infelice nella vita di Lewis. Alle sei e mezzo del mattino, andò alla Centrale e si sedette tranquillamente nell’ufficio di Morse. L’ultima cosa a cui pensava era il caso Harrison. Alle sette, telefonò al JR2 e apprese che le condizioni di Morse erano “critiche ma stabili”, anche se aveva una scarsa idea di cosa ciò significasse realmente. 
Dopo aver saputo dell’ospedalizzazione di Morse, Strange arrivò in ufficio alle Otto e chiamò subito il al JR2 , ma anche lui ricevette la stessa risposta di Lewis.
228 

1999, Sipario per l'ispettore Morse (The Remorseful Day), stampato nel 2000 nella collana Il Giallo Mondadori con il numero 2708.