sabato 11 giugno 2011

improvvisazione


Nel jazz corre il mito che il musicista, essendo anche compositore della sua improvvisazione, può essere fornito di quanta tecnica vuole oppure limitarsi all'uso più economico del suo strumento. In realtà la vita professionale del musicista jazz raramente permette che qualcuno sia al di sotto di un certo standard che non è facile raggiungere.
D'altra parte è anche vero che il mercato sembra favorevole più ad atleti della musica e non a chi usa lo strumento come mezzo per realizzare il pro­prio pensiero musicale, e ciò è del tutto anti-storico, perché il jazz è stato fatto da gente esclusa che non aveva potuto permettersi scuole (prestigiose e non) o che, comunque, non aveva avuto la possibilità di preservarsi per mettere a punto una tecnica competitiva.
Ancora viene da aggiungere che solo chi si adagia su di un lessico ben defi­nito finisce per avere come unico valore la velocità e la precisione dell'ese­cuzione. Chi tenta ogni giorno di allargare il suo vocabolario e si pone pro­blemi di espressività, difficilmente perderà del tempo sui lati più superficiali di una esecuzione musicale.
Ciò non toglie, infine, che occorre una tecnica adeguata per esprimere cor­rettamente le proprie idee musicali, così come è grande tecnica far risaltare l'espressività del proprio strumento. È importante, nel contempo, rendersi conto che il virtuosismo dei grandi musicisti non è dovuto all'intenzione di mostrare la propria abilità, ma alla complessità delle loro idee musicali e della loro ricerca espressiva.
Tutto questo per l'allievo deve significare che bisogna esercitarsi regolar­mente (almeno due o tre ore al giorno), ma sulla materia viva. È inutile perdere tempo a scale, arpeggi ed esercizi vari, che bisogna conoscere a me­Eladito, ma che vanno subito inseriti nell'improvvisazione. Intendendo dire che bisogna soprattutto studiare i temi, base per l'improvvisazione, e, dopo avere imparato la melodia, improvvisare a lungo sullo schema base fino ad assimilarne ogni sfumatura e trovare in ogni caratteristica della sua struttura un'occasione per inserire più idee.
Si tenga presente che è più producente suonare per un'ora lo stesso tema che più temi. Ed in questo quotidiano esercizio va ricordato che è importan­te imparare ad essere autonomi sul tempo e sul ritmo. Cioè è necessario sa­pere seguire a tempo le strutture di un tema senza alcun accompagnamento: non c'è autentico improvvisatore che non sappia in ogni momento dove sia e cosa stia per fare. Ed, infine, è necessario imparare a suonare con quei tipici accenti ritmici che caratterizzano il jazz