domenica 19 giugno 2011

[Morse] Cap. 74 Djuna Barnes, Nightwood


74
Ora adoriamo alla vita con il nostro
ultimo muscolo: il cuore. Djuna Barnes, Nightwood


 Morse si svegliò alle due e un quarto di notte con la fronte madida di sudore e un fortissimo dolore al braccio sinistro, che si estendeva al torace e saliva fino al collo. Riuscì a raggiungere il lavabo del bagno, dove vomitò copiosaniente. Poi scese le scale con passo pateticamente lento, si diresse al telefono del pianterreno e chiamò il 999 per far giungere un’ambulanza,
Quando quest’ultima arrivò, sei minuti dopo, l’ispettore era seduto sullo stuoino verde davanti alla porta di casa sua.
 Accadde tutto molto rapidamente. Dopo essere stato collegato a un apparecchio per il monitoraggio del cuore, aver ricevuto un’iniezione dolorosa, aver masticato un’aspirina ed essersi sottoposto alla rilevazione della pressione, Morse si trovò a giacere quasi contento, gli occhi aperti, su una lettiga nel retro dell’ambulanza. Accanto a lui, un infermiere guardava con ansietà mal dissimulata il pallore spettrale del viso dell’ispettore.
— Ora i medici le daranno un’occhiata. Arriveremo presto, non si preoccupi. Morse chiuse gli occhi, consapevole del fatto che la vita era sempre stata un po’ preoccupante e che pareva avere l’intenzione di continuare così anche per il momento... Forse, in ospedale, avrebbe trovato Sorella McOueen ad assisterlo, Ma poi si ricordò che aveva chiesto un mese di congedo per poter assistere la madre inferma nella lontana Carlisle.


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