— Lewis! Devo vedere il sergente Lewis!
— Certo. Lo vedrà non appena i medici le avranno dato un’occhiata. Siamo quasi arrivati.
L’ìnfermiera di notte all’ingresso del Pronto Soccorso decise immediatamente che il posto migliore per il nuovo arrivato era il Reparto di Rianimazione B.
I dieci minuti successivi videro una serie di attività rapide e metodiche: campioni sanguigni vennero prontamente inviati in qualche altro reparto, furono fatti i raggi X al torace e un e]esttocardiogramma stabilì in modo incontrovertibile che il paziente aveva soffèrto di un potente infarto al miocardio anteriore.
Morse venne subito trasferito all’unità Coronarica e lì ascoltò con grande interesse le complesse parole che sentiva pronunciare intorno a sé: trombolisi, tachicardia, strepto-qualcosa… Una cosa era certa: la situazione stava evolvendo in fretta. E se gli restava ancora poco tempo...
L’ispettore si svegliò dopo essersi leggermente assopito, apri gli occhi e vide la mano di Lewis sulla sua spalla.
— Mi scusi per il disturbo, signore.
— Lei? Ma che diavolo ci fa qui?
— Un infermiere ha sentito che mi aveva chiamato, così..
Morse annuì e sorrise,
— Come se la passa, signore?
— Bene.
Non mi fermerò a lungo. Mi hanno concesso solo un paio di minuti.
— Come mai?
— Dicono che deve riposare.
— Boh, quando oggi andrà a prendere Harrison...
— Domani, signore.
— Ne è sicuro?
— Sicurissimo.
1999, Sipario per l'ispettore Morse (The Remorseful Day), stampato nel 2000 nella collana Il Giallo Mondadori con il numero 2708.