La coppia secondo Monica Bellucci
"Credo nell'amore non nella fedeltà"
"IO NON credo nella fedeltà, io credo nell'amore". Anche se comporta qualche distrazione, qualche tradimento? "Io non voglio sapere. Non è che chiamo per sapere. Lo ripeto: a me interessa l'amore, del resto meglio non chiedere. Quel che importa è l'amore, stop. Sapere che quella persona c'è, se hai bisogno c'è. Però alla fedeltà ci credo di meno. La fedeltà del cuore è qualcosa in cui credo di più che alla fedeltà del corpo. Tradire carnalmente è meno grave". Più che parlare sussurra, la sua voce è un soffio roco. Ha 48 anni e gliene dai dieci di meno. La sublime italienne: Monica Bellucci indossa un tailleur nero rétro, calze color fumo velate, tacchi altissimi, e sotto la giacca di taglio maschile un corpetto di pizzo nero genere lingerie. È alta, sottile, minuta, taglia mannequin non fosse per il décolleté generoso. Sposata a Vincent Cassel, attore considerato irresistibile, a sua volta munita di notevole sex appeal, si abbandona a qualche riflessione sull'infedeltà e sulla gelosia.
"Purtroppo non c'è una legge che tenga insieme due persone, o un contratto che le obblighi. Magari ci fosse: la seguiremmo e sapremmo tutti dove andiamo. E invece non sappiamo nulla, e quindi anch'io faccio così, anch'io vado avanti giorno per giorno. Un rapporto di coppia funziona o non funziona, e non c'è dato sapere fino a quando. L'unica cosa sicura nella mia vita sono le mie figlie; io sono italiana e per noi italiani la famiglia è tutto, in particolare i figli. Il resto viene dopo". Quanto alla gelosia già da anni Monica Bellucci teorizza che è meglio che gli attori si sposino tra loro: sanno che quando si recita si finge, e ciò li aiuta a superare certi impulsi, "quella gelosia un po' meschina che chiamo due camere e cucina". Oggi però Monica precisa: "Non mi piace essere categorica e non mi piacciono le maestrine. Spiego meglio. Attenzione: non è che non sono gelosa. È chiaro che un attore capisce meglio un'attrice e viceversa. Ma è chiaro anche che se mio marito ha una scena sensuale con una donna che trova attraente, sicuramente recita meglio. Quello che posso aver detto in passato è che fare lo stesso lavoro a volte aiuta. Ma non necessariamente: ci sono tante mie colleghe sposate con uomini che fanno tutt'altro mestiere e va bene lo stesso".
Comunque, che colpo al cuore, che terremoto, innamorarsi: "Innamorarsi, anzi "cadere innamorati" è terribile e meraviglioso - dice come se parlasse a se stessa - bisogna esserci passati per capire che cosa ti succede dentro". In che misura l'infedeltà e la gelosia possono essere legate alla bellezza, all'aspetto fisico, alla desiderabilità? La bellezza bisogna possederla e non esserne posseduti, perché è un bene momentaneo che non va sopravvalutato, ama ripetere Monica, e racconta di aver trascorso lunghi anni a dover dimostrare che valeva qualcosa al di là dell'involucro fisico, "un carapace - lo definisce - che è stato la mia armatura, ma anche la fonte di ogni mia fragilità". Un'arma a doppio taglio dunque. Ma anche un bene deperibile, occorre ricordarselo sempre. "Gli anni passano e io non sono per niente una ragazzina né mi sento una ragazzina. La bellezza a un certo punto se ne va. È nella natura delle cose, fermare il tempo non si può. Però credo che le donne, soprattutto oggi, con l'andare del tempo acquisiscano un altro tipo di forza e di bellezza, uno sguardo, qualcosa di imprecisabile, una luce negli occhi che solo la vita ti può dare. Sono contenta alla mia età di essere stata chiamata da Dolce & Gabbana come testimonial dei loro rossetti: un incoraggiamento per le donne mature. La bellezza biologica non è tutto".
Come capita a molti attori, si definisce timida: "All'inizio lo ero molto di più, adesso tendo ad aprirmi". Le è stato più utile lo studio o l'istinto? "Tutti e due credo. Qualcosa di naturale e di animalesco è indispensabile, sia nel lavoro che nella vita. L'intuito che ti fa percepire le cose al volo senza che tutto passi per la razionalità, qualcosa che senti e non sai perché lo senti, no?" Quando ha capito che ce l'aveva fatta? "Mai. O non ancora. È un'evoluzione continua, soprattutto il mio lavoro, che è un lavoro da saltimbanchi in cui hai dei momenti che sono meravigliosi e altri che sono terribili". La nuova Silvana Mangano (lo diceva Dino Risi), la nuova Loren: eredità pesanti, modelli di riferimento troppo alti? "Lusinghiero ma non ci ho mai creduto. E poi i tempi oggi sono diversi". L'eterna critica che l'ha accompagnata per anni - è troppo bella per essere anche brava, per saper recitare - non sembra scalfirla più di tanto: "È normale, io effettivamente venivo dalla moda e nel cinema dovevo imparare tutto".
Moglie infedele in uno dei suoi ultimi film, Un été brûlant, di Philippe Garrell, continua a incarnare il ruolo di femme fatale, proprio come in uno dei suoi film d'esordio, La riffa in cui, giovane vedova in difficoltà economiche, si mette in palio come primo premio di una lotteria. Oggetto del desiderio maschile per vocazione e per contratto, con un imprimatur d'autore, quello di Tornatore in Malena. Entra ed esce dal personaggio rimanendo sempre se stessa, che sia Cleopatra, la più celebre seduttrice della storia, o che sia semplicemente Monica Bellucci, la diva-mamma che posa in kimono nero aperto sul pancione per la copertina di Vanity Fair. È l'eterno femminino: contesa, ammirata, desiderata, pronta ad accendere grandi passioni. E pronta a gettare acqua sul fuoco della gelosia e dell'infedeltà: perché - ripete - ci sono cose molto più importanti della fedeltà a priori in una relazione stabile e profonda.
(24 marzo 2012)