Tutto cio' che accade, se ha senso e' per natura contraddittorio.Fino a che non incontrai colei per cui ho scritto questo libro, io immaginavo che da qualche parte,fuori, nella vita come suol dirsi,fosse la soluzione di tutte le cose. Pensai, incontrandola,di stringere nelle mie mani la vita,di aver messo la mano su qualcosa da addentare. E invece la vita mi sfuggi di mano,completamente.
Cercavo qualcosa a cui aggrapparmi, e non trovai nulla.Ma tendendo la mano,e cercando di aggrapparmi,di attaccarmi,non solo restai a galla,ma trovai anche qualcosa che non avevo cercato,me stesso.Trovai che quanto avevo desiderato, tutta la vita, non era vivere — se si chiama vivere cio' che fanno gli altri — ma esprimermi.Capii di non aver mai avuto il minimo interesse per la vita,ma solo per cio' che faccio adesso,qualcosa che e' parallelo alla vita,e al tempo stesso della vita e oltre la vita. Quel che e' vero non mi interessa quasi, e nemmeno quel che e' reale; mi interessa solo quello che immagino che sia, quel che avevo represso ogni giorno dentro di me per vivere.Che mi tocchi morire oggi o domani a me non importa e non mi ha mai importato; ma che nemmeno oggi, dopo anni di fatica, riesca a dire cio' che penso e sento, questo mi secca, mi rode.
( pag.2 Tropico del capricorno ed. Feltrinelli )