Voce di Virginia Woolf
Parlando,
essendo voce e parola, l’uomo perde il suo enigma, la sua perfetta
chiusura. E si svela come l’esser aperto: che parla. Aperto, perché
rivolto; rivolto, perché in attesa. In attesa di chi risponda a lui che
parlando domanda, e chiede relazione. Dare voce alla «vita»: questo il
problema di Virginia Woolf. Per questo fu necessaria alla sua vita la
scrittura, come ciò che sempre riprende nel linguaggio, ciò che al
linguaggio sfugge, se appunto non accade come parola. Per questo alla
Woolf la «vita» non basta: e sempre deve innestare su di essa un’altra
operazione, attraverso la quale ritessere come in un’altra trama (il
testo) ciò che la «vita» ha già tessuto.