martedì 12 luglio 2011

101 Puzzle

Entrano in gioco altre due attitudini per affrontare il testo: partecipare attivamente all'indagine nell'individuazione e la soluzione di problemi e strategie relative, decidere tempestivamente di volta in volta.
La lettrice, come il solutore della Ricerca di Parole Crociate, deve tenere a mente le ipotesi emerse sino ad allora, senza la garanzia che siano quelle giuste, collocarle e rimuoverle con la stessa determinazione: deve usare la gomma che è determinante per rinnovare le ipotesi e verificarle.

Chi non dà del cialtrone a Morse che ne spara grosse, quando ancora l'incompletezza dei dati suggerirebbe cautela? Eppure come nella Ricerca di Parole Crociate è opportuno, se non indispensabile, azzardare definizioni e incroci: la passività affabulatoria del Lettore è letale per l'indagine che richiede iniziativa e immaginazione, se non semplicemente improntitudine: va prontamente contrastata con colpi di scena insensati - e Morse non si fa pregare.

Oppure, Colin Dexter non sa scrivere, non è Morse a fare il matto: lo scrittore non sa dominare la materia narrativa, così il protagonista ne fa le spese.

UN PUZZLE PER L'ISPETTORE MORSE, (The Silent World of Nicholas Quinn, 1977) (Giallo Mondadori, n. 2676)

la stanza silenziosa: e un lampione giallo che splendeva nel cortile accentuava l’oscurità della notte. Ogni tanto, specialmente in momenti come quello, Morse desiderava avere una casa accogliente, e una moglie che gli tenesse in caldo la cena. Era in momenti come quelli, anche, che un omicidio gli appariva come una cosa insensata e terribile... Dickson gli aveva riferito della sua visita a Sally Height, e ormai la verità cominciava ad assumere dei contorni più netti. Monica gli aveva mentito. Martin gli aveva mentito. Era probabile che Ogleby gli avesse mentito. E anche Bartlett gli aveva mentito così bene! Il piccolo Bartlett, preciso come un metronomo. Se fosse stato proprio lui ad assassinare Nicholas Quinn..
Per una mezz’ora lasciò che i suoi pensieri si sbizzarrissero, come conigli selvatici in un’orgia. Ma poi mise un freno. Aveva bisogno di altre prove; e le prove erano di fronte a lui, in una borsa di plastica blu scuro che conteneva gli oggetti trovati nelle tasche di Quinn e la giacca a vento verde. Morse li allineò sulla scrivania e si mise al lavoro. Dalle tasche di Quinn erano venute fuori delle sorpresine interessanti: un portafogli, un fazzoletto, mezzo pacchetto di sigarette, un’agendina, quarantatré pennies, un pettine rosa, mezzo biglietto del cinema, due biro nere, una striscia di francobolli, e un rendiconto della Lloyds Bank da cui si deduceva che il conto corrente di Quinn ammontava a centoquattordici sterline e quaranta. Erano pàrecchi oggetti, e Morse rimase a fissarli per qualche istante con attenzione, prima di prendere un foglio di carta e stenderne un elenco accurato. Si-i, proprio come aveva pensato. Decisamente strano... Poi sollevò la giacca a vento ed estrasse dalle tasche un’altra serié di oggetti: un altro fazzoletto, chiavi della macchina, due vecchi biglietti della lotteria, altri ventitré pennies, e una busta bianca vuota indirizzata a Quinn, con la parola ‘Bollox’ scritta a matita sulla linguetta. ‘Bene bene’, fece Morse tra sé. Adesso la sua mente stava lavorando velocemente. Di nuovo fece un elenco dettagliato di ciascun oggetto e quindi tor

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