sabato 7 maggio 2011

la condizione umana


A che cosa si riduce ormai l’esame della condizione dell’uomo, se non  all’enumerazione, stoica o atterrita, delle sue perdite? Dal silenzio all’ossigeno, dal tempo all’equilibrio mentale, dall’acqua al pudore, dalla cultura al regno dei cieli. E in realtà non vi è molto da opporre agli orrifici cataloghi.
 
L’intero quadro appare quello di una civiltà della perdita, sempre che non si osi chiamarla ancora civiltà della sopravvivenza, giacché, se un miracolo non si può negare, è che in tale condizione post-diluviale, di iperbolica e universale indigenza, qualche isolano della mente sopravviva ancora e ancora riesca a stendere questi atlanti di continenti inabissati.


La perdita delle perdite, seme e circonferenza di tutte le altre, è però, come sempre, quella di cui non si fa il nome. Potrebbero, d’altra parte, creature che furono mutilate dell’organo stesso del mistero — Pasternak direbbe l’orecchio dell’anima — riconoscere di aver perduto il proprio destino?

La mente antica non sembra si muovesse se non intorno a questa idea irrecusabile: Fato o responso di Sibilla, demone di Omero o astro di Cesare, Sirio..
113 Gli Imperdonabile Cristina Campo, Adelphi

 













«I social network sono già vecchi e inadatti alle macchine di domani. Presto verranno superati da qualcosa di diverso. Scommettiamo?». La provocazione di Bruce Sterling, futurologo e padre del cyberpunk
(06 maggio 2011)
Bruce Sterling
Bruce Sterling
Bruce Sterling. Classe 1954, texano [Reboot 11]
1.

"Prendiamo per esempio la domanda "cosa è successo nel 1912?". Ecco, questa domanda è diversa in modo sottile ma importante dalla domanda "cosa posso trovare con dei computer su cosa è successo nel 1912?".
Bene, questa differenza spiega come viviamo ora: abbiamo raggiunto uno stadio in cui un sistema operativo si frappone sempre tra noi e la cultura. Google Books, per esempio, ha migliaia di testi storici disponibili, ma una volta che questi vecchi testi sono stati digitalizzati, sono tutti ugualmente nuovi, perdono la loro rarità, la loro esclusività e tutti i segni fisici del passare del tempo. Lo stesso si può dire di musica e film".
2.
"Il nostro patrimonio culturale ne esce appiattito, diventa atemporale perché i segnali che ne mostravano il suo essere vecchio o nuovo sono cancellati. La cultura del "mashup" che un tempo era tipica della musica rap e techno è ora disponibile per tutte le proprietà della cultura digitalizzata.
Una volta che non vedremo più il passato come una narrativa direzionale - "progresso", con una certa inesorabilità - allora rielaboreremo le nostre idee sul "futuro".
Nell'atemporalità non c'è un futuro, ci sono scenari articolati attraverso processi di ricerca che sono dipendenti da Internet. "Che accadrà domani?". Beh, prima di tutto lo chiediamo a Google"
3."La velocità, la banda e la capacità di memorizzazione incrementeranno radicalmente. I dispositivi che usiamo diventeranno più leggeri e mobili. La parola "Internet" sparirà come è sparita l'espressione "autostrada dell'informazione". La distinzione artificiale tra "virtuale" e "reale" perderà il suo significato".
4.
"Perché è ovvio. Consideri i cupi destini dei suoi antenati Friendster e MySpace. Facebook è un social network basato sull'annuario di un college. Perché un social network avanzato dovrebbe assomigliare all'annuario cartaceo di un college? Facebook è un ibrido maldestro, vulnerabile alle stesse forze innovative che lo hanno prodotto. E non si è garantita alcuna sicurezza in questa battaglia: è un'azienda che deve ancora fare profitto. Molte muoiono giovani, e nel settore high tech conducono vite particolarmente rischiose".
Perché un social network avanzato dovrebbe assomigliare all'annuario cartaceo di un college?



5.
"Non i blog, che scompariranno anche più velocemente dei social media come Facebook. Qualcosa di nuovo rimpiazzerà i nostri media attuali, qualcosa che sia più adatto alle circostanze tecniche di domani: macchine più veloci e potenti sotto ogni aspetto. E non c'è ragione di pensare che i media digitali si stabilizzeranno presto. Ci mancano le parole per ciò che verrà. "Ubiquità" è una parola abbastanza adeguata. Non significa molto, ma ha un bel suono mistico".
6.

"Anche se l'architettura di una macchina ha forti implicazioni politiche, è sbagliato pensare che i nostri strumenti possano essere la salvezza politica. E' romantico credere che degli strumenti ci possano mai liberare dai nostri stessi impulsi. Perfino un mondo interamente democratico avrebbe di che combattere; ci sarebbero sofferenza, povertà, gruppi privi del diritto di voto, conflitti generazionali, rivalità religiose, la condizione umana".