Sunto automatico
Com'è nato BitTorrent?
«Nel 2001, dopo aver accumulato una buona esperienza come programmatore, il mio ultimo posto di lavoro e evaporato con lo scoppio della bolla di Internet. In tutte le reti c'e una vasta capacità di traffico che non e utilizzata, perche la maggioranza dei partecipanti si limita a fare downloading, ovvero a scaricare, a "consumare" pagine web o altri file, senza caricare niente. Nell'uso pratico, per chi vuole scambiare file, con BitTorrent cosa cambia?
«Agli occhi dell'utente quasi nulla: c'e il file che tu vuoi, ci clicchi sopra, o meglio clicchi su un link in una pagina web, e BitTorrent ti chiede dove lo vuoi salvare. Il risultato e piu stabile e molto piu veloce».
Era consapevole che BitTorrent avrebbe scatenato un pandemonio?
«Neanche per idea. Non avevo alle spalle un'azienda, un budget, uno staff di persone. L'associazione dei produttori di Hollywood vede iI problemasottoun'altra luce.A dicembre ha lanciato una valanga di denunce contrositi cheospitavano link a file BitTorrent. Allora perche non inserisce dentro a BitTorrent un sistema Dmr (Digital Rights Management) per la gestione e protezione del copyright?
«No, da un punto di vista tecnico l'applicazione del Drm a livello della distribuzione è completamente sbagliato. Caso mai andrebbe implementato a livello del file originario. E' inevitabile che l'intero livello della distribuzione tradizionale dei media finisca per squagliarsi».
Annunciare la morte di Hollywood,delle major discografiche, del sistema delle show business, non le pare un po' esagerato?
«E perche, scusi? Se prendiamo il caso della musica è ovvio che oggi c'e un problema di sovrapproduzione, il mondo è pieno di giovani creativi capaci di produrre ottima musica. Posso lavorare senza scadenze, senza pressioni, programma re esattamente nella maniera che mi sembra piu giusta.
«Nel 2001, dopo aver accumulato una buona esperienza come programmatore, il mio ultimo posto di lavoro e evaporato con lo scoppio della bolla di Internet. Disoccupato e senza prospettive, ho deciso di dedicarmi a tempo pieno a un progetto mio, un problema molto specifico di networking che mi incuriosiva. Volevo capire come evitare il fatto che, quando un file diventa improvvisamente popolare, chi lo ha pubblicato su Internet si ritrovi subissato dall'effetto valanga delle richieste, che gli mandano in tilt il computer, gli fanno spendere una follia in costi di connessione perche tutto il mondo lo vuole in contemporanea».
E che cosa ha scoperto?
«Sono partito da un'intuizione banale. In tutte le reti c'e una vasta capacità di traffico che non e utilizzata, perche la maggioranza dei partecipanti si limita a fare downloading, ovvero a scaricare, a "consumare" pagine web o altri file, senza caricare niente. Ho quindi pensato come sfruttare questa capacità di uploading, o di "pubblicazione", che siede nel network senza fare nulla, perche e una risorsa essenzialmente gratuita».
Nell'uso pratico, per chi vuole scambiare file, con BitTorrent cosa cambia?
«Agli occhi dell'utente quasi nulla: c'e il file che tu vuoi, ci clicchi sopra, o meglio clicchi su un link in una pagina web, e BitTorrent ti chiede dove lo vuoi salvare. La novità è dietro le quinte, perche invece di andare a chiedere il file a chi lo aveva pubblicato, BitTorrent si mette in comunicazione con tutti gli altri utenti che lo stanno scaricando in quel momento, e comincia a scambiarne piccoli pezzetti con tutti loro, riassemblandolo automaticamente su tuo computer. Il risultato e piu stabile e molto piu veloce».
Trasfomando i consumatori passivi in altrettanti nodi di pubblicazione,lei ha permesso la circolazione di file colossali,da centinaia di megabyte.Come immaginava che la gente l'avrebbe utilizzata?
«Non ne avevo la minima idea. Ho progettato BitTorrent senza una visione particolare di cosa poteva diventare.Sicuramente non mi aspettavo che sarebbe stato urilizzato per la distribuzione del video digitale - cosa che si e dimostrato capacissimo di fare,con mia notevole sorpresa - perchè a quell'epoca i file video erano ancora così enormi che nessuno si azzardava a pubblicarli sul Web. Se proprio vuole una fonte di ispirazione, visto che in ogni progetto di software si usa sempre un cliente di riferimento, io ho adottato "e-tree", una comunità on line di musica alternativa, con una collezione di registrazioni di concerti, file audio ad alta fedelta molto pesanti, che non sapevano come distribuire».
Beh, il risultato e andato ben oltre l'obiettivo iniziale... Era consapevole che BitTorrent avrebbe scatenato un pandemonio?
«Neanche per idea. Io all'epoca non ero nessuno. Non avevo alle spalle un'azienda, un budget, uno staff di persone. Ho affrontato quel problema da un punto di vista puramente tecnologico, perche la mia capacità tecnica era l'unica risorsa che avevo a disposizione per farmi notare».
Che lei lo volesse o no, BitTorrente diventato iI sistema peer-to-peer preferito per il traffico di materiali protetti da copyright.Non si sente un po' responsabile?
«No, non c'e niente di nuovo: i pirari hanno sempre sfruttato le nuove tecnologie emerse nel campo delIa distribuzione di contenuti. Anzi, visto che la maggior parte dei contenuti distribuiti finora con la tecnologia tradizionale erano materiali protetti e controllati da grandi colossi commerciali, adesso che c'e una nuova tecnologia di distribuzione non mi stupisce affatto che inizialmente ci circoli sopra la stessa roba. La differenza è che BitTorrent è usato anche per pubblicare tonnelIate di altre cose, tutte legali, permettendo a chiunque, senza risorse, di raggiungere un' audience globale. Questo prima non era possibile».
L'associazione dei produttori di Hollywood vede iI problemasottoun'altra luce.A dicembre ha lanciato una valanga di denunce contrositi cheospitavano link a file BitTorrent. Tutto questo movimento di avvocati non la preoccupa?
«Direi proprio di no. Io personalmente non ho mai scaricato nulla di illegale. Penso anzi che quelli che sono finiti nei guai se la sono cercata. Trafficare copie illegali di film con BitTorrent non e diverso da farlo in altre maniere: e ovvio che rischi di farsi beccare. Non e un tipo di attività che voglio incoraggiare ».
Allora perche non inserisce dentro a BitTorrent un sistema Dmr (Digital Rights Management) per la gestione e protezione del copyright?
«No, da un punto di vista tecnico l'applicazione del Drm a livello della distribuzione è completamente sbagliato. Caso mai andrebbe implementato a livello del file originario. Ma e un lavoro che non mi ha mai interessato, perche sono convinto che tanto le protezioni non funzionano».
Come risponde allora alle preoccupazioni dei giganti delle spettacolo?
«Che vivono nel passato e non hanno la minima idea di quello che gli sta per succedere.
I prodotti digitali sono distributi ancora in un modo assolutamente arcaico -cd, dvd, rv -che è destinato a scomparire in pochi anni. BitTorrent forse accelerera il processo un pochino, ma e la marcia inesorabile della tecnologia, visto che banda di trasmissione e computer costano sempre di meno. E' inevitabile che l'intero livello della distribuzione tradizionale dei media finisca per squagliarsi».
Annunciare la morte di Hollywood,delle major discografiche, del sistema delle show business, non le pare un po' esagerato?
«E perche, scusi? Se prendiamo il caso della musica è ovvio che oggi c'e un problema di sovrapproduzione, il mondo è pieno di giovani creativi capaci di produrre ottima musica. Quando avranno tutti l'opportunità di presentare il loro lavoro a livello globale e moho probabile che il sisterna delle star scomparira, perche il passaparola fra gli appassionati e in genere più potente dei soldi del marketing e I'offerta sarà praticamente infinita. Fare musica senza i budget milionari dell'industria discografica potrebbe diventare un po' come scrivere poesie: un'attivita che paga poco o nulla anche se offre grandi soddisfazioni».
Allo stesso tempo, se BitTorrente veramente I'anteprima di una nuova infrastruttura di comunicazione globale, non le pare che qualcuno di quegli artisti lo potrebbe usare per conquistare l'attenzione di milioni di fan virtuali?
«Certo, ci saranno sempre artisti molto bravi, che faranno soldi a palate. Ma sara un fenomeno moho piu meritocratico, dove il successo sara deciso dal pubblico e non creato a tavolino dalle major. Non ci sara piu bisogno di sovvenzionare lo stile di vita di un'industria come quella discografica adesso che la tecnologia l'ha resa obsoleta».
Possiamo dire che e iI prima esempio di questa star del futuro e proprio lei?
«Se intende che non ho alle spalle un logo aziendale, o un budget di marketing, ma solo il valore di un'idea diventata molto popolare, e vero. Nel mio sito web c'e un bottone PayPal che permette a chiunque di donare fondi con una carta di credito. I contributi di chi apprezza il mio lavoro mi permettono oggi di sbarcare dignitosamente il lunario. Sono molto fortunato. Posso lavorare senza scadenze, senza pressioni, programma re esattamente nella maniera che mi sembra piu giusta. Non c'e' nulla che mi potrebbe far più felice».