https://www.radioradicale.it/scheda/689102/rassegna-delle-riviste-di-politica-e-storia
un libro che è uscito proprio inquesti in queste ore un saggio di Sergio Bucchi la filosofia di un non filosofo Bollati Boringhieri l' errore di Salvemini e questo è il titolo che già fa capire il giudizio di Paolo Mieli ma sentirete è un giudizio articolato che contiene in realtà molte ragioni anche in favore di saltelli scrive Mieli la campagna tra virgolette di Gaetano Salvemini contro Giovanni Juliechi durò una ventina d' anni e anche oltre coinvolse il Corriere della Sera di Luigi Albertini la voce di Giuseppe Prezzolinifior fior degli intellettuali italiani contro Giolitti Salvemini scrisse un libro che fece epoca il ministro della mala vitapoi con l' avvento del regime mussoliniano Salvemini fondo il primo periodico antifascista il non mollare
che voi manifesto promosso da Benedetto Croce nel mille novecentoventicinquelasciò l' università per l' espatrio a Parigi fu assieme a Carlo Rosselli tra i fondatori Giustizia e Libertà Emilio troppo negli Stati Uniti dove questo alternando l' attivismo politico all' insegnamento universitariofino alla seconda metà degli anni quaranta di questa sua complessa attività offre adesso un' eccellente profilo Sergio Bucchi nel suo libro puntola filosofia di un non filosofo le idee e gli ideali di e Gaetano Salvemini Bollati Boringhieri io rientro scrive Mieli di Salvemini in Italia nel dopoguerra non fu trionfalema ci sarebbe ci si sarebbe come ci sarebbe potuto attenderein considerazione dei suoi meriti la sua riammissione all' università differente di Firenze sull' entità e assai tribolataquando finalmente riuscì a tornare l' accoglienza fu entusiasta tra i suoi seguaci ma ci fu qualche segno di ostilità da parte di Benedetto Croce e di Palmiro Togliattiforse per quella lontana polemica antigiolittiana ma forse anche per qualcos' altro facciamo un passo indietro dice mia ritorniamo a quando Salvemini era ancora negli Stati Uniti nel mille novecentoquarantatré le lezioni di Harvard che sono state pubblicate da Feltrinellile origini del fascismo in Italia questo il titolo del librofornirono a Salveminiscrive Bucchi la cornicein cui formulare da storico il giudizio espresso da tempo nell' aspra requisitoria del Ministro della malavita Salvemini accusava ancora l' ex presidente del Consiglio liberale di essere stato un tenace e conservatore che voleva comprare l' appoggio riformista col minimo di concessioni possibiliquesta diciamo nello stile tipico di Salvemini molto sintetico punto diretto e di aver ereditatodai suoi predecessori il costume di manipolare le elezionigli riconosceva però in termini espliciti di essere stato il primo statista italiano a considerare i sindacati come situazioni illegalilo sciopero un diritto dei lavoratori e non un delitto della lotta di classe il primo a sostenere che mi conflitti del lavoro il Governo doveva rimanere neutrale in quello stesso mille novecentoquarantatré Salvemini accettò di scrivere la prefazione la prefazione di un libro di Arcangelo un William Salomone non giovane storico americano di origini italiane allievodell' orientalista Giorgio levi Della vida anche lui fuoriuscito espulso dall' università italiana per aver rifiutato nel trentuno di prestare giuramentoa regime fascista qui torniamo un tema che abbiamo segnalato modo diverso naturalmente il libro Italian Democracy Into My Kind pubblicato qua nel quarantanove in Italia dalla di dall' editore De Silva con il titolo l' età giolittiana riprendeva una considerazione di Piero Gobettisecondo il quale quella contro Giolitti era stato una crociata cui Salvemini aveva preso parte con l' entusiastico entusiasmo della posto riportando il passo come piano Salomone tradusse crociata conclusesi e l' apostolo concluse iter un' esclusa ideale che si opponeva al capo del governo secondo Salomone per una forma di incompatibilità psicologica dal tra il tipo dell' italiano ispirato da altri scopi morali dei reali disinteressati al tipo realistico rappresentato dal meglio al meglio da Gobetti mosso essenzialmente da momenti politici il crociato era però un termine che non giovò a Salvini coloro che per ovvi motivi erano rimasti all' oscuro degli sviluppi del pensiero di Salvemininei venticinque anni dell' esilio spiega Bucchi raccolsero questa introduzione come un atto di pentimento e di ripudio delle posizioniassunte un tempo spiega Mieli nel quarantanove questo libro quando i libri Salomone fu dato alle stampe in Italiacon la premiazione appunto di Salvemini uscì in libreria anche il ministro della buona vita stampato dall' Longanesiio e di un celebre giornalista Giovanni Ansaldo si trattava di un pamphlet nel quale si tesseva hanno le lodi dell' uomo che aveva guidato l' Italia negli anni precedenti alla prima guerra mondiale dall' altodel suo storicismo ricostruisce Bucchi Ansaldo rimproverò Salveminidi non aver saputo cogliere tutto l' elemento di necessità che caratterizzò l' azione di Giolitti motivo per cui la condanna dei metodi giolittiano in non fu altro che un fervore di giustizia che lo spinse a a Traminer e a terrà vedere e far medicare sia accusato in sostanza Salvemini di essersi scagliato contro Giolitti sulla base di una sorta di impazzimento ha provocato dall' aver per perso nel mille novecentododici il lume della ragione per le malaugurata elezioni dimostra età Ansaldo spiega Bucchino dimostrava di non averne pure letto il libro Salvemini anoressica presidente di cui si apprestava a fare il controcantosì lascioscusi sfuggire gravissime inesattezze appunto lo storicismo che qui poi si dovrebbe discutere la campagna Salvemini Anna contro Giolitti era iniziata nel mille novecentodue e molti anni prima dell' insuccesso elettorale di cui parla il saldo l' otto marzo del mille novecentonove Salvemini aveva pubblicato sull' Avanti un articolo e dal titolo i misfatti del governo a Gioia del Colle in cui si denunciavano le sopraffazioni dell' esponente giolittiano Vito De Bellisnelle elezioni del mille novecentonove il Ministro della malavita era stato poi pubblicato nel mille novecentodieci si basava sulle considerazioni riferite alle suddette elezioni del mille novecentonove Salvemini infine si candidò Boffetta nel tredici e dichiarò fin da principio di essere sceso in lizza per poter meglio denunciare i metodi Giolitti anni mai pensando di poter essere eletto era sufficiente tenere a mente questi dati incontrovertibili scrive Mieli per escludereche il ministro della malavita fosse stato scritto per il risentimento di un Salvemini trombato alle elezioni in ogni caso le malignità di Ansaldo sarebbero forse passate presso che inosservati se Benedetto Croce che di Giolitti era stato ministronel salutare acidamente scrive Bucchi l' uscita del libro di Salomone non avesse rilanciato le insinuazioni di cui si è detto avvalorando alla tesi secondo cui quello definito quello definito da Croce il violento libello Salvemini a no altro non era che il frutto avvelenato della sconfitta di Salveminialle elezioni di Molfetta adesso secondo Croce dopo una quarantina d' anni con quella prefazione al libro di Salomone il crociato Salvemini era costretto a riconoscere di avere sbagliato i rapporti tra Croce e Salvemini erano improntati da oltre un decennio alla reciproca diffidenza Eugenio di Enziodi Rienzo Lino Benedetto Croce gli anni dello scontento mille novecentoquarantatré al mille novecentoquarantotto stampato da Rubbettinoricorda quella volta in cui incontrandosi a Parigi in casa Rosselli Salvemini chiese a Kruscevdi promuovere una raccolta fondi presso gli industriali italianiper finanziarieil movimento Giustizia e Libertà Croce sostenne di essere il meno adattoper compire un atto del genere Salvemini che Salvemini reagì dicendoci dicendogli allora la borghesia merita di andare in fondo un pozzo questo stile di salmeCroce nel resto turbato avrebbe ricordato in seguito io per Salvemini ero diventato l' esponente della borghesia meridionale meritevole di affoga mentoil banchiere amico di Croce Antonio Dante in coda nelle memorie dal titolo un malinconico leggero pessimismo diario di politiche di banca mille novecentoquarantasei cinquantadue pubblicati nei Quaderninell' archivio storico della Compagnia di San Paolo riferisce che in uno di questi incontri parigini Salvemini disse a croce se alla vostra libertà non unite qualcosa di concreto nessuno vicariaCroce avrebbe reagito con parole gelide sarebbero queste la libertà è un principio morale e non la fetta di pane di un sandwich in cui bisogna aggiungere il prosciuttoe il formaggio secondo coda Salvemini imputava a Croce di essere rimasto in Italia e di non aver preso la via dell' esilio perché amantedei suoi libri e del dialetto napoletano nel quarantasei in un opuscolo dal titolo che cos' è un liberale italiano assai elogiato da Norberto Bobbio Salveminiscrisse che Croce era diventato il nume del liberalismo italiano i liberali nient' altro che i conservatori italiani quali portavano in giro Croce in Italia e all' estero come se fosse il Santissimo Sacramento non lunga assai celebre lettera inviata da Cambridge nel Massachusetts il i dieci aprile del quarantasette Ahern mesto Rossi che si può leggere nel carteggio tra i due dal titolo Dall' esilio alla Repubblica Bollati Boringhieri davvero interessante questo carteggioSalvemini intorno ad accusare lo statista liberale via un po' più avanti popolo italianonon era famoso diceva Salveminisotto Giolitti diventò peggiore sotto Mussolini ed è diventato peggiori in questi quattro anni di regime post fascista negli anni intercorsi tra il quarantatré e il quarantasette gli italiani sarebbero dunque peggiorati osserva osserva mia rispetto a quel che erano stati nel ventennio precedente un giudizio ancor più severo andava a colpire l' Italia liberale cinquantennio che aveva preceduto la prima guerra mondialead assestare un ulteriore colpo a Salvemini oltre appunto le frizioni dure con Croce e che diciamo raccontandomi anche un intervento del segretario del Partito comunista italiano PalmiroTogliatti da Torino nel cinquanta Sergio Bucchi ricostruiscetra l' altro in un altrove in un altro libro non secondo Bucchi non risiedeva nella veridicità o meno dei fatti denunciati a Salvemini vale a dire condotte elettorale giolittiana il nodo essenziale per Togliatti quanto piuttosto nel comprendere che come la contraddizione tra quella politica sostanzialmente democratica di Giolitti rivelasse il tratto specificonon di un uomo ma di un tempo di un sistema a conclusione del ragionamento Togliatti non aveva rinunciato a colpire Salvemini parlando di inconsistenza delle condanne dettate da pura ispirazionemoralistica una condanna destinata dice Mieli e lasciare il segno anche con Togliatti Salvemini aveva un conto aperto in realtà innanzitutto per essere stato c'è rimasto uno dei pochi ad essere ad un tempo antifascista e anticomunistapoi per un fatto specifico tornato ad insegnare all' Università di Firenze il discorso inaugurale per l' anno accademico mille novecentoquarantanove cinquanta Salvemini ricordo di aver avuto in quello stesso ateneo come alunni ed amici Nello Rosselli e Camillo Berneri il primo con il suo fratello Carlo doveva essere assassinato queste sono parole di Salvemininel mille novecentotrentasette da sicari francesi per mandato italiano il secondo doveva essere soppresso in Spagna dai comunisti nel mille novecento trentasettechiusa la citazione su Rinascita prosegue prosegue Mieli Togliatti con lo pseudonimo Roderico di Castiglia accuso sono temi di diabete divulgato una tra le più infamanti calunnie della libelli misticaanticomunista in tempi successivi spiega Mieli per Carlo Masini nel saggio il caso Berneri un' appendice a libro dello stesso Berneri Pietrogrado mille novecento diciassette Barcellona mille novecentotrentasetteil Mimmo Franzinelli in una nota libro di Salvemini dai ricordi di un fuoriuscito mille novecentoventidue milioni centotrentatré hanno dato torto Togliatti e ragione alla ricostruzione San Geminiano all' epoca però tutti o quasi gli intellettuali progressisti non dissero una parolain difesa in difesa di saltelli poi altre considerazioninon abbiamo il tempo di ragione di tutto l' articolo di di Mieli che leggiamo la conclusionevi è analizzata alcuni decenni dopo la tesi di Salvemini che Giolitti e Mussolini che tra Giolitti e Mussolini ci fosse stata una differenza solo di quantità e non di qualità non regge dicedice Mieli altrettanto lunare la tesi per cui quattro anni dopo la caduta del fascismo e due dopo la fine della guerra il popolo italiano fosse peggioratoè un limite dice Nieriin molti intellettuali italiani quello di voler difendere al di là di ogni evidenza attesi che hanno sostenuto in passato accade a Salveminitra la fine degli anni Quaranta l' inizio dei cinquanta era capitato ad altri prima di lui capiterà ancora conclude concludeMieli ma appunto è interessante questo libro sono interessanti naturalmente anche i temi che ci portano su alcune specificità di questi straordinarisalvo tre cose straordinarie personalità della nostra storia politica ci fermiamo con questa citazione via appuntamento alla settimana prossima