domenica 25 novembre 2012

Estate

Sul Monte di Fagnano / noi ci darem la mano
"purché si dichiari - e si sia consapevoli di questa dichiarazione - che in tal caso si rinuncia sia all’evidenza sia all'incontraddittorietà, e che, quindi, si pensi e si parli di un altro genere di pensiero" Aniceto Molinaro, Tra filosofia e mistica, 2003
 
 
1972, Monte di Fagnano, agosto 1972, sono passati (trascorsi) quaranta di questi anni e potremmo ben dire che nulla è cambiato: al convegno Il pensiero metafisico di Aniceto Molinaro (..) ecco riapparire intero Aniceto da un libro [tra-filosofia-e-mistica] e dalle testimonianze dei suoi colleghi di lavoro. Un lavoro il suo ininterrotto, ma non ci vedevamo da molti anni e quindi dentro di me si collocava solo in una stagione, quel sessantotto che noi avevamo fatto con lui, e lui con noi. E lui, ora vedo, sempre a presidiare quel varco enorme che si era aperto con il Vaticano II tra i credenti, e con la contestazione sociale per gli altri.
E qui sta il punto. Pensare liberamente in contesti che si restrigevano a vista d'occhio, pensare lungo.  In fondo io avevo semplificato, probabilmente perchè non reggevo alla tensione, e m'ero detto che a lui, ad Aniceto, toccasse perchè era prete e credente. Stare al bordo, la cosa più faticosa e stressante intellettualmente che si possa immaginare: e starci cinquant'anni, eh.

Mentre leggo, sto all'erta, ma non perchè siano tesi dei trabocchetti o degli scivoli di fuga, ma semplicemente perchè si va in un territorio pieno di insidie - tra verità e fede, ma surtout tra verità e filosofia, cioè sempre di pensiero - come fa Aniceto a testa alta, per dire le cose come stanno senza rimandare ad altra fantomatica occasione.
In questi mesi, prima di iniziarne la lettura, io mi arrovello sulla questione del sublime, dell'accesso esperenziale all'arte, per il mito della via diretta che affligge la poesia. Ora quindi leggo, e leggerò, come un manuale il libro e ne dirò spesso, soprattutto a me stesso.