martedì 1 novembre 2011

Sull'altana in altalena

pag. 10
esordio...sopra i tetti di roma....



Rainer Maria Rilke: “lo sguardo sull’Aperto”


… E così ci affanniamo, e lo vogliamo compiere, 
vogliamo contenerlo nelle nostre semplici mani,
nello sguardo che ne trabocca e nel cuore che non ha 
parola.
Lo vogliamo diventare. A chi darlo? Meglio 
tener tutto, per sempre... Ah, nell'altro rapporto, di là,
ahimè, che cosa portiamo? Non il guardare che qui 
lentamente imparammo, e nessun avvenimento di qui. 
Nessuno. 
Allora le pene. Allora soprattutto quel senso di peso,
allora la lunga esperienza d'amore, - allora
soltanto quel ch'è indicibile. Ma poi 
fra le stelle, che farne? son tanto meglio indicibili loro, 
le stelle. 
Anche il viandante dal pendio della cresta del monte, 
non porta a valle una manciata di terra,
terra a tutti indicibile, ma porta una parola conquistata, 
pura, la genziana 
gialla e blu. Forse noi siamo qui per dire: casa 
ponte, fontana, porta, brocca, albero da frutti, finestra, 
al più: colonna, torre... Ma per dire, comprendilo bene 
oh, per dirle le cose così, che a quel modo, esse stesse, 
nell'intimo,
mai intendevano d'essere. Non è forse l'astuzia segreta 
di questa terra che sa tacere, quand'essa sollecita gli 
amanti così
che ogni cosa, ogni cosa s'esalta nel loro sentire?...