giovedì 24 novembre 2011

l'espressione di una sensibilità collettiva

note
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Nel corpo lutulento della chiacchiera quotidiana ogni evento produce una efflorescenza di battute  che aspirano alla dignità dell'aforisma, di giochi verbali che navigano nell'effimera spuma sull'onda di ciò che accade, di cachinni goliardici intrisi di volgarità.
Ci sarà anche chi li immette per la prima volta nei canali comunicativi dove, in forma orale o scritta , questo materiale linguistico affiora senza un preciso stato civile, intrecciandosi con l'analogo fiume della barzelletta anonima.
Ma quel che importa non è tanto stabilire paternità e maternità, quanto l'espressione di una sensibilità collettiva.
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dall'Agenda, 1990.
Dunque, già vent'anni orsono un attento osservatore poteva cogliere i segni dello sfracello linguistico dilagante. E non è mai tardi per porre mano, almeno per quel che ci riguarda, al lavoro sulla parola che governa lo spazio comune.

Il giornalismo è il primo ostacolo da rimuovere, meglio: aggirare; la sua funzione vacua ormai - che toglie spazio alla comunicazione diretta delle attività sociali e personali in atto, di merito - estenua vieppiù la deriva chiacchiereccia che sta sostituendo il semplice imbonimento diretto dei giornali e delle tivvù.
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altre note e meno note
dallo scaffale, 1967 ed.Einaudi, L'uomo ad una dimensione.
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[1964] Oggi, nel prosperoso stato della guerra e del benessere, le qualità umane tipiche di un'esistenza pacifica sembrano asociali e antipatriottiche; intendo qualità come il rifiuto di ogni durezza, cameratismo e brutalità; la disobbedienza alla tirannia della maggioranza; il far professione di paura e di debolezza (la reazione più razionale a questa società!); una intelligenza sensibile nauseata da ciò che viene perpetrato; l'impegno in azioni, di solito deboli e poste in ridicolo, di protesta e di rifiuto. Anche queste espressioni di umanità verranno guastate da qualche necessario compromesso — dal bisogno di coprirsi, d'essere ca- |PAG.252| paci di imbrogliare gli imbroglioni, e di vivere e pensare a dispetto di questi.

Nella società totalitaria gli atteggiamenti umani tendono ad assumere carattere d'evasione, a seguire il consiglio di Samuel Beckett: « Non aspettare ti sia data la caccia per nasconderti..»
(H.M. Die One-Dimensional Man)