Padova, Sin da giovanissima e per quasi una ventina d'anni ho lavorato nel teatro e quando ho incominciato ad avvicinarmi alla danzaterapia diverse persone mi chiedevano: Ma come mai dal teatro alla danza? Oppure: Ma perché proprio danzaterapia e non teatroterapia?
Onestamente non ho mai sentito che ci sia stato un vero e proprio cambiamento di rotta, perché nel teatro che ho praticato il movimento è sempre stato centrale e spesso ho studiato anche vari tipi di danza per crescere attorialmente. La prima volta che ho provato la danza del metodo Maria Fux ho trovato anzi molta familiarità con quello che ho sempre fatto, specialmente agli inizi del mio percorso quando in gruppo si improvvisava a lungo col corpo su una base musicale.
Le origini del metodo Maria Fux sono poi da ricercare nell'arte e nella performance e non nella psicologia e nel tentativo di interpretare e curare, come spesso mi è capitato di vedere nell'ambito del teatroterapia.
E come ben si possono intrecciare nella danzaterapia immagini, parole, canto! È per me una possibilità di integrare arti e talenti e camminare insieme a chi lo desidera, qualunque sia la sua esperienza, in un percorso creativo attraverso il corpo.
Nelle foto immagini tratte da "Sa mamma manna" (2014), spettacolo su Demetra e altri miti femminili tra Sardegna e Mediterraneo, che presentai a Lublino grazie all'invito di @ewabenesz
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"../ c'è nel futuro di questa gente insensata / un mare di figli fragili ai quali io debbo / questo mio debole separare / firme da firme seni da seni / Ci sono le pallide vesti dell'alba ed io a remare..." (1968)