Mi ha accusato di "abissificare" e "catastrofizzare" - abyssifying, catastropbizing. Abbiamo un debole, in America, per questo. In parte, si é sempre trattato di spettacolarismo d’al- ta classe. Siamo stati assuefatti, per generazioni, agli "effetti speciali" di Cecil B. De Mille: il Segno della Croce, martiri cri- ` stiani sbranati dalle fiere, la disrruzione di Sodoma, gli ultimi giorni di Pompei. Queste povere finzioni, tuttavia, sono un di- vertimento pericoloso. Poiché questa è l’epoca in cui le Nazioni si disfano. E' tutto vero. Ora, Spangler fa notare che si comincia dall’abisso e si finisce con jones di jonestown, dove la morte si mescola con gli "effetti speciali". Ma non credo di essermi messo a fare l’istrione. Non intendevo, io, dimostrare o fare rimostranze, perorare cause o profetare. Di sicuro non intendevo atteggiarmi a portavoce dei sofferenti. Ma, forse, l’accusa più grave di Spangler, contro di me, e che io mi sono macchiato di "poesia". E non so, esattamente, cosa ribattere, a questo. Lui stesso era molto amante della poesia, da ragazzo. Adesso invece è un portavoce, lui, e i poeti non sono mai stati veramente amati in America. Benjamin Franklin diceva: meglio un bravo maestro di scuola che venti poeti. Ecco perché, quando c’è più bisogno di fantasia, di immaginazione, noi abbiamo soltanto degli "effetti speciali" e istrionismo. Ma, per uno come me, la vera tentazione di "abissificare" consiste nella speranza che il metodo degli "ultimi giorni" possa risultare liberatorio, possa indurci a riesa- minare tutto in profondità, con fervore. In questi ultimi giorni abbiamo il diritto, e persino il dovere, di purgare la nostra mente. Nel generale indebolimento dell’autorità, si attenua anche l’autorevolezza delle forme sovrane di pensiero — ruling forms of thought — quelle forme che tanto hanno fatto per portarci alla disperazione e precipitarci nell’abisso. Non occorre che io faccia piu caso a esse. Per la scienza non puo esservi né il bene né il male. Ma io, personalmente, penso al vizio, penso alla virtù.
Una
delle tragedie della mascolinità contemporanea è l'incomunicabilità tra
generazioni diverse di uomini. I ventenni non parlano con i trentenni, i
sessantenni con i quarantenni e via dicendo,nessuno fa tesoro dei
fallimenti e dei tentativi, dei balbettii e delle gioie acquisite. Si
parla sì di molte cose tra uomini, ma molto poco di cosa si tratta
quando è in gioco il desiderio, il suo esprimersi, il suo nascondersi,
il suo ritrarsi. Non che gli uomini debbano fare dei gruppi di
autocoscienza, perchè "medicalizzare" il desiderio trasformandolo in
problema di cui parlare fa smarrire la vera "terapia del desiderio", che
è il modo di non esserne travolti, ma quello di riuscire a fare
sull'onda che trascina un po' di difficile divertente surf.
StefaniaEsistono
spiriti liberi, audaci, che vorrebbero nascondere e negare di essere
cuori infranti, superbi, immedicabili; e talvolta la follia stessa è la
maschera per un sapere infelice troppo certo. (Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, 1886)