Il poema è concepito anche in forma di drago che si mangia la coda; fine e principio dovrebbero infatti congiungersi se il poema viene letto scioltamente, intuitivamente. Nel saggio “Spazi metrici” incluso nel mio primo libro Variazioni belliche parlavo di “inserire l’ideogramma cinese tra la frase, la parola e tradurre il rullo cinese in delirante corso di pensiero occidentale”, il poema del 1958 è infatti un’esemplificazione sia linguisticamente, sia formalmente, di questo tipo di scrittura che poi superai e scartai negli anni seguenti. Il poema La Libellula è anche un rullo, ma davvero non cinese, anzi cristianissimo, ispirato al tema della giustizia ebraica.
domenica 2 dicembre 2012
[Amelia Rosselli] il poema del 1958
La Libellula in un passo delle Note: