lunedì 13 giugno 2022

Le funzioni del telecomando

 


Le funzioni del telecomando ci consentono di saltare avanti e indietro, di mescolare insieme inizi, svolgimenti e conclusioni. Nulla di cio' che accade segue un ordine di qualche tipo. La pratica dello zapping puo' essere intesa come un'asserzione di indipendenza o di superiorita' o di controllo portato all'estremo, una dichiarazione di autonomia. E' come se un individuo dichiarasse che egli non e' da annoverare fra coloro che si lasciano davvero influenzare da qualcosa, e rivendicasse non solo l'intenzione di non lasciarsi mai intrappolare dalle reti televisive, ma anche l'orgoglio di essere libero da ogni influenza, di condurre  un'esistenza sovrana e autodeterminata.   

 

Per quale motivo nell'edizione feriale del Times  il cruciverba si trova nella pagina culturale? Perche' menti farcite di nozioni superflue e male assortite possano mettersi alla prova, sforzandosi di ricordare fatti che in realta' non avrebbero alcun particolare bisogno di conoscere. Molto probabilmente il lettore colto prima leggera' le recensioni dei libri e poi si svaghera' con le parole crociate. La gente e'  fiera della propria capacita' di "far tornare tutto" a dispetto della confusione che ci circonda.

 

supremamente inattaccabile, egli e' il folletto che nessuno puo' catturare - ma dietro l'angolo c'e' sempre in attesa la piu' astuta delle volpi. Alla fine la distrazione ci cattura tutti, e annienta la nostra capacita' di attenzione.      

 

Molto tempo fa ho scritto che quello di cui aveva bisogno questo paese era una buona sintesi al prezzo di cinque cent. Ma che sara' di  coloro che a nessun prezzo sono in grado di venire a capo di una sintesi, che sono travolti e sommersi dall'incoerenza, dallo squilibrio, dal delirio?

 

venerdì 25 ottobre 1996

mercoledì 8 giugno 2022

Videor si muove nella direzione opposta

▼  settembre (8)
  • 5 
    Voti nella scuola di domani: dopo quarantanni, diciamo cinquanta; e dunque la scuola d'oggi. E giù pubblicazioni intervenute di corpose ricerche in merito, fastosi monumenti alla valutazione docimologica. Decenni di delirio autoassolutorio dei pedagoghi. Mi ricorda uno degli incontri mitici con la Castelnuovo, ci andiamo in cinque pregustando l'evento. Nella sala di un falansterio sull'Aurelia a Roma centinaia di insegnanti a convegno, alla presidenza tre quattro nomi noti della pedagogia nazional-popolare, pubblico attento e caldo. Emma si prepara ad intervenire  con l'aiuto di assistenti di cui non ricordo il nome e il volto (forse la sua coautrice del libro per il biennio delle superiori)  e nelle more dell'attesa Giorgio, un serafico (al momento) insegnante di vaste prove, preso il microfono s'incarica di far presente al vasto uditorio che sulla Cattedra, al loro cospetto per così dire, siedono a discettare criticamente proprio i maggiori e illustri responsabili di questo impasse (Si scrive "impasse", si dice "empàs") in cui la scuola languiva e languisce nell'impotenza, concionando di voti, giudizi, sperimentazioni ed altre routines dottrinarie. Applausi nella sala e sorrisi sul palco per l'urbanità della contestazione, ma Emma ora è pronta, malgrado io la rallenti con le mie chiacchiere, e dunque si va ad incominciare. Un'ora di scuola che scivola via in un amen e ci riconcilia col mondo, della scuola anche.

    Voti come se piovesse e avanti con gli esami, manco a dirlo.
  • 4 4

    tra un pò ti parlo pure della questione test, con proposte alternanti adeguate al lavoro di/con numerose persone in contemporanea. | ti parlerò delle esposizioni degli allievi di emma castelnuovo e del nostro web.. | e di quello che chiamerò il test dello spago di vincenzino. ciao, a dopo.
  • 3 3

    Non solo contro una funzione politicamente conservatrice si rivoltarono gli insegnanti di sinistra nel mitico '68 predicando il "rifiuto del ruolo", ma contro un vuoto che avevano percepito prima degli altri. Chi si adoperò per riempirlo di contenuti politici (di segno opposto naturalmente a quelli che si pensavano "voluti dal sistema"); chi scelse di mostrare il "re nudo", rinunciando ad ogni autorità  perchè non c'era nulla a sostenerla; chi sognò di poter sostituire all'insegnante qualcosa  che in fondo era abbastanza simile alla classica figura del "maestro": non un ruolo, cioè, ma un uomo, con la sua maturità e la sua personale cultura. Fosse pure ciascun insegnante a suo piacere sociologo oppure studioso di storia o magari matematico o, perchè no, pittore; al momento opportuno il suo gusto per la ricerca e la sua simpatia umana avrebbero saputo fargli trovare le tecniche adatte e, in ogni caso egli avrebbe saputo comunicare agli altri il senso della cultura.
  • 2 2

    Pedinamento della realtà (...) Negli anni successivi portando alle estreme conseguenze la teoria del cinema come "pedinamento della realtà", si dedica ad alcuni film a episodi (...) L’esperimento che nasce da rifiuto di ogni artificio spettacolare non ha tuttavia il successo sperato pur essendo condotto da registi come (...) [Key words, fallito e registi]. Il pedinamento istintivo della realtà con Videor si muove nella direzione opposta al cinema (macchina a spalla, standup, tempi Q.B.), quello di montaggio, ed ogni cinema di confezione tecnica (macchine a volontà, allestimento spettacolare, ritmi incalzanti). L'estetica è piuttosto quella delle vigilant camera, piuttosto che le videoinstallazioni.
  • 1 
  • all'ombra della tv in fiore [didascalia]
    A
       La scuola perde clienti, gli stalag si svuotano, come all’ultimo giorno di vacanza: ** “il giorno d’estate che la domestica scopriva sembrava altrettanto morto e immemorabile d’una sontuosa e millenaria mummia che la nostra vecchia domestica avesse liberata con cautela da tutte le sue fasce, prima di farla apparire, imbalsamata nella sua veste d’oro". Forse è venuto il momento di lasciare anche noi questo sogno concentrazionario a fin di bene, naturalmente!
       L'insegnante ingenuo ha sempre saputo, ora il re è nudo in tivvù con le facce belle e i piè veloci rampicanti. Impegnato nel "sociale", l'insegnante ostaggio di scuola pubblica, è consapevole che se non vuole semplicemente addestrare, deve mobilitare gli spiriti liberi dei suoi allievi e dei loro referenti parentali, ma il suo spiritualismo di rifugiato deve lasciare il passo alla macchina stritolatrice della formazione di massa senza por tempo in mezzo. Coacervo di spinte "sociali" la scuola pubblica - quasi sempre statale - ora non serve neanche a contenere i ragazzi che non lavorano, capito? In Italia i volponi della politica cinquant'anni orsono mangiarono la foglia e proclamarono il liberi tutti, todos caballeros, venga avanti dottò. Scuole che contengano le ragazze e i ragazzi, letture di contenzione che simulano i letti, già letti, già dette e fatte.

    Ma dall'Oriente, ma, piano, quale luce erompe da quella finestra? E l'oriente, e Giulietta è il sole! Oh, sorgi bel sole, e uccidi la luna invidiosa che è già malata e pallida di rabbia, giovani dagli occhi a mandorla o bel tenebrosi a ovest dell'Indo o da dove volete voi, dilagano dalle pianure del nord-est e oltre mare: siamo ben dentro al dominio delle tecniche, nella scuola che boccheggia.. Alla pacata riflessione dei singoli succede la possente macchina compulsiva della conoscenza integrata dei media [le conoscenze, fatte e rifatte non conta, a disposizione s'incontrano esponenzialmente (i media sono digitali, in rete, sociali)]. Le competenze diffuse, la loro elaborazione distribuita, il fondamentale portato del linguaggio elaborato in situ, lo stesso tessuto territoriale collassato dal confluire dei mezzi e dalla molteplicità delle realizzazioni.